LA SERVA DEL PRINCIPE - Manlio Santanelli
Manlio Santanelli
LA SERVA DEL PRINCIPE
Ai classici è buona norma accostarsi in punta di piedi e dichiararsi a loro disposizione con la delicatezza di chi si prende cura di una pianta delicata quanto rara. Tale codice di buone maniere vale ancora di più nel caso di un’opera classica che da sempre è campo di battaglia sul quale si scontrano i suoi più agguerriti e competenti esegeti.
Ma va considerato che il Teatro ha le sue esigenze, le sue ragioni da anteporre, i suoi diritti da rivendicare; e quando un drammaturgo salta in groppa ad un classico ne deve tenere ben salde le briglie finché non lo ha condotto alla meta che si è prefisso, vale a dire lo spettacolo. Più o meno questo è stato il ‘modus operandi’ adottato dall’autore del testo La serva del Principe, un testo che non intende nascondere le libertà adottate nei riguardi degli aspetti più strettamente filologici dell’opera di Machiavelli, ma ha dalla sua la considerazione che, una volta posti di fronte ad un’opera da cui trarre uno spettacolo, quando non si possono rispettare e la lettera e lo spirito, è più opportuno scegliere di privilegiare quest’ultimo. Ne consegue che La serva del Principe procede sulla corda tesa dell’attendibilità al modello sul quale si basa e delle esigenze del pubblico che
pretende uno spettacolo.
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Collana SERIE ORO - TEATRO
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